L’accesso al credito e i fondi antiusura per le PMI trevigiane (seconda parte)
Seconda parte dell’intervista a Fabio Calzavara, direttore di Trevigianfidi e Casartigiani
Tra aumenti delle materie prime, dei costi energetici e stagnazione del mercato il tanto atteso rimbalzo per il mondo delle piccole e medie imprese, dopo il primo anno di pandemia, sembra ancora un miraggio. A chiusura del 2021 Casartigiani Treviso traccia un bilancio partendo dai numeri dei propri confidi.
Trevigianfidi e Cofitre, le due strutture trevigiane di garanzia per l’accesso al credito promosse da Casartigiani, hanno confermato nell’anno appena passato i numeri importanti registrati nel 2020. «II due confidi», spiega Piergiovanni Maschietto, presidente provinciale di Casartigiani «nel 2021 hanno deliberato finanziamenti per le piccole e medie imprese della provincia per oltre 19 milioni di euro. Si tratta di un dato stabile rispetto all’anno precedente che testimonia il ruolo importante svolto dalla nostra associazione nel supportare l’attività quotidiana del tessuto produttivo nell’intera provincia».
Ma è osservando tale operatività più nel dettaglio che emerge un quadro di sostanziale incertezza sul futuro. «Nei 12 mesi appena passati, sull’intero montante dei finanziamenti garantiti alle piccole e medie imprese, oltre che alle partite iva», fa notare Maschietto, «solo 600 mila sono stati erogati per investimenti. A farla da padrone è il bisogno di liquidità, segno evidente delle difficoltà che le aziende stanno attraversando».
«Una liquidità», sottolinea il presidente provinciale di Casartigiani, «che senza il ruolo dei di garanzia confidi sarebbe molto probabilmente negata dalle banche: questi numeri dimostrano ancora una volta quanto sia importante la funzione delle nostre strutture di intermediazione, nonostante il forte intervento di garanzia da parte dello Stato tramite Medio Credito Centrale: se quest’ultimo infatti dovesse diminuire la propria capacità di garanzia verso il nostro settore, allora i confidi diventerebbero fondamentali per assicurare e garantire liquidità ai “piccoli”».
L’altro numero degno di attenzione che emerge dal quadro complessivo del 2021 riguarda il ricorso ai fondi antiusura messi a disposizione dal governo. «Rispetto al 2020 sono più che triplicati gli interventi con questo fondo, fino a raggiungere, nel nostro caso, quota 1 milione di euro. Grazie a queste risorse, che consentono di offrire alle banche garanzie sui prestiti fino all’80%, è possibile contrastare il rischio che le aziende più in difficoltà ricorrano a finanziamenti illeciti entrando nel vortice dell’usura».
In questa fase critica, dunque, il tema dell’accesso al credito rimane uno dei motori fondamentali per la tenuta e il rilancio del sistema produttivo. Tanti piccoli imprenditori nell’anno appena trascorso si sono trovati con i “rubinetti chiusi” da parte delle banche: «È importante fare sistema per prevenire l’infiltrazione di sistemi criminali nelle nostre aziende», commenta Maschietto con un auspicio per il futuro, «e proprio in ragione di queste considerazioni non posso che ricordare anche apporto di molte amministrazioni comunali. Destinando piccole ma significative quote dei loro bilanci al tema del credito e delle garanzie, diversi Comuni hanno supportato il mondo dei confidi, contribuendo così all’abbattimento dei costi e degli interessi sui finanziamenti destinati alle piccole imprese. Visto il successo di questa formula molte amministrazioni comunali stanno già pensando di riproporre l’iniziativa in maniera costante e di portarla a regime a prescindere dall’andamento della pandemia».
Casartagiani auspica che anche la Regione segua il buon dei tanti amministratori locali che hanno riconosciuto il ruolo dei confidi senza fare distinzioni: «La decisione di escludere i confidi minori dalle convenzioni e dai finanziamenti che l’ente regionale offre al mondo delle imprese attraverso la sua finanziaria Veneto Sviluppo a nostro parere va in una direzione sbagliata» conclude Maschietto «Le regole sulla qualità del credito valgono per tutti, non esistono confidi di serie A o di serie B: il Ministero della Economia in base all’art.112 bis del Tub (Testo Unico Bancario), ha costituito l’Ocm (Organismo dei Confidi Minori) a cui obbligatoriamente tutti i confidi ex 106 (oggi 112), tra cui appunto i nostri Treviginfidi e Cofitre, devono aderire, anch’essi sotto la supervisione della Banca D’Italia. In questa fase di incertezza e difficoltà, proprio sul fronte del credito, confidiamo che la Regione ripensi e ripensi le politiche sui confidi e rivaluti l’opportunità di aiutare una più amplia platea di imprese».