Triora, in provincia di Imperia: storie di leggende, misteri e magia.
Non è proprio dietro l’angolo Halloween. Ma se cercate una vera chicca per festeggiarlo quella è Triora. E Triora non può attendere. Perché come tutte le mete speciali è piuttosto richiesta, e quando le zucche inizieranno a fare la comparsa ai nostri balconi, potrebbe essere già tardi.
“Salite ora su una scopa”, vi direbbero oggi a Triora e venite presto a trovarci. Sì perché Triora lo è davvero: il paese delle streghe.
I VICOLI, LE STATUE. IL MUSEO, I NEGOZI. E PERSINO IL RISTORANTE: QUI TUTTO E’ STREGATO.
Qui si narra abitavano le streghe. Tra l’intricato labirinto dei suoi carrugi (violi coperti) nei buii secoli medievali si potevano sentire le loro grida mentre fuggivano dalla spietata caccia alle bàgiue (streghe). E nel 1587 pare che proprio qui, nella Cabotina – l’ antico casolare dove si riunivano e di cui oggi esistono ancora i resti – si tenne il più antico processo mai documentato in Italia alle donne sospettate di questi poteri.
E’ puro fascino Triora. Un saliscendi di vicoli e gradini stretti stretti alle case come se temessero anche loro qualcosa di ignoto. Le mura vecchie, di pietra, la piccola piazza che la notte di Halloween accende il sagrato davanti alla chiesa. Qui la sera il buio e la nebbia si infilano, scivolano negli antri seguendo la luce fioca dei lampioni, rincorrono un gatto penetrando nei vicoli e poi arrivano fino a lassù, ai ruderi del castello che si affaccia sulla vallata.
Tutto qui è un omaggio alle streghe, a storie e leggende.
Così non stupitevi se quando inizierete a salire i tornanti che vi portano quassù sarete accolti da un cartello di benvenuto stregato. E se a vegliare sullo splendido belvedere c’è la Statua della Strega. E se ancora, appena sbucati da un carrugio vi imbatterete in una strega fantoccio. All’ingresso del paese c’è anche il Museo Etnografico e della Stregoneria, che documenta la storia agricola e artigianale del borgo, con un’immancabile sezione nell’area sotterranea dedicata alla stregoneria: i riti, i malefici, le prigioni, gli atti dei processi, le ricostruzioni degli interrogatori e le torture.
Passeggiate, osservate, stupitevi ancora: ecco L’Erba Gatta, l’unico ristorantino del paese. Sopra le belle tovagliette che ripropongono a china la misteriosa e complessa architettura del borgo,
Dall’altra parte della via piccoli negozi di artigianato vi accompagnano mentre vi inoltrate nel cuore più antico del paese.
Ne L’Edera di Barbara trovate insieme al suo sorriso streghe e streghette appese al soffitto, libri, cartoline, orecchini, collane, amuleti, statuette in ceramica, vetro legno. Nel suo Sarvan della Cabotina Giuliano modella streghe in argilla e poi le cuoce in un forno di ceramica Michela crea fantasiose candele in cera d’api nel suo piccolo Oroboro, proprio sulla piazza, e poi ripone una ad una accanto ai bei album rilegati a mano, agli incesi, agli olii e alle carte artigianali.
Dalla piazza se scendete di qualche vicolo troverete un portone.
Spingetelo. Un gradino. Una luce fioca. Una scopa di saggina appoggiata sul muro. Scendete ancora: nella Tana delle Volpi
NELLA TANA DELLE VOLPI IL SOGNO DI DANIELA.
Via dalla città, via dal freddo e frenetico vivere moderno, dove l’attenzione rincorre tante cose, ma spesso non si sofferma su nessuna.
Via da quella sensazione di impegnare il proprio tempo verso cose sbagliate. Via fin quassù, a Triora, dove la quiete riempie i vicoli. Dove la fretta lascia posto alla pazienza e alla semplicità, perchè maestra è la natura con le sue stagioni e i suoi ritmi. Dove le persone non hanno perso il gusto di incontrarsi in una piazza e ancora sanno sorridere se una pianta regala un fiore inaspettato.
E da questo desiderio di lasciare e ritrovarsi che è nata La Tana Delle Volpi di Daniela. Un raffinatissimo b&b ricavato in una casa – torre, come se ne costruirono tante nel quindicesimo secolo: le si scavava così, nel cuore della roccia, per mettere al sicuro le famiglie dai nemici invasori. Quando l’ha trovata sei anni fa, giusto nel cuore di Triora, altro non era che un cumulo di pietre e roba vecchia accatastata, e per entrare racconta, ha dovuto farsi strada con la pila.
Oggi è un piccolo gioiello che si affaccia sulla vallata assonnata.
Una stanza, un corridoio, una camera, un’altra camera ancora, un salotto.
Archi a volta e muri in pietra a vista, caldi pavimenti in legno, tappeti, cassapanche, mobili antichi, libri, candele e suppellettili che raccontano storie di altre epoche. E poi la luce. Una luce
tenue e delicata come può essere quella di un pomeriggio autunnale.
Inonda tutta la stanza e mette addosso una sensazione di pace e benessere.
Nella piazza del paese c’è invece il suo Ricicì, lo scricciolo in dialetto genovese. un piccolo caffè dove serve la colazione e qualche piatto freddo per il pranzo.
Qui potete scovare qualche altra specialità del posto: il pane di Triora con marmellata di fragola e timo; la torta verde di verdure, i formaggi di capra, mucca e il bruzzo, dal latte di capra, una ricotta fermentata dal sapore molto forte.
E PRIMA DI ANDARE, IL BACIO DELLA STREGA E L’ANTICHISSIMA CUBAITA.
(www.lastregaditriora.it, anche shop on line)
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Camera da 60 € a notte con colazione
Festeggiamenti Halloween 2017
31 ottobre -1 novembre
Tour stregati, animazioni in tutto il borgo, mercatini