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Processo penale telematico? No, grazie – TG Plus FOCUS

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Il lockdown, misura imposta dalla pandemia da coronavirus, ha determinato diverse novità, anche in ambito professionale e legale. Il Decreto Cura Italia ad esempio ha disposto l’avvio del cosiddetto processo telematico, con connessioni da remoto tra le parti. Uno strumento che non è piaciuto agli avvocati penalisti: “Il processo prevede interazione – commenta l’avvocato Paola Rubini dello Studio Ghedini-Longo, componente della Giunta delle Camere Penali – Tono della voce, gestualità, presenza fisica sono elementi imprescindibili. Un processo che elimini questi elementi e che riduca altre parti della procedura non è certo garanzia di una buona difesa per il cittadino chiamato in giudizio”.

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Oltre alle critiche, i penalisti italiani hanno formulato alcune proposte al Ministero di Grazia e Giustizia in vista del nuovo decreto: “Abbiamo pensato a diversi modi di preservare tanto il diritto al giusto processo quanto la salute di tutti – prosegue l’avvocato Rubini – Finora il processo telematico o da remoto è stato utilizzato per le udienze indifferibili e per le emergenze ma non vorremmo che diventasse una prassi consolidata al punto da sostituire la struttura attuale”.


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