Cinema: La Casa di Jack – TG Plus CULTURA
Esiste un limite al coraggio registico di Lars Von Trier?
Ad un lustro di distanza dal controverso Nymphomaniac, il film a luci rosse che costò al celebre cineasta danese una sorta di embargo da parte della critica cinematografica, Lars Von Trier ha finalmente completato la lavorazione di La Casa di Jack, da lui stesso definita “la più brutale pellicola mai girata”.
La Casa di Jack è ambientato nel 1970, negli Stati Uniti. Il protagonista, interpretato da un redivivo Matt Dillon, è un ingegnere psicopatico con tendenze ossessivo-compulsive. Dopo aver ammazzato una donna che gli aveva chiesto soccorso per strada, si convince di dover continuare ad uccidere per raggiungere la perfezione. Ogni suo omicidio dev’essere un’opera d’arte: sempre più complessa e ingegnosa. Inizia così una partita a scacchi contro la polizia, lunga dodici anni, condotta dal più astuto e spietato omicida seriale.
Un lungometraggio horror di impianto filosofico che tuttavia inizialmente doveva essere una serie TV naturalmente scritta, sceneggiata e diretta dallo stesso Von Trier. Tuttavia, tre anni fa, proprio mentre il protagonista Matt Dillon tornava finalmente sotto le luci della ribalta grazie al serial fanta-horror Wayward Pines, il regista danese decise di trasformare La Casa di Jack in un film per il grande schermo.
Un prodotto compatto ma intenso, quindi, in cui probabilmente Von Trier ha voluto condensare molte ossessioni che da sempre tormentano la sua vena artistica. Per esempio le fobie che lo torturano. Dovete sapere infatti che Lars Von Trier viaggia esclusivamente in auto o in treni di una determinata compagnia: ogni anno attraversa l’Europa in camper per recarsi al Festival di Cannes. Non viaggia mai in aereo, e questo gli preclude spostamenti troppo lontani: addirittura durante le riprese di Le onde del destino, forse il suo capolavoro più amato assieme all’indimenticabile Dogville, in occasione di alcune scene che si svolgono sopra una chiatta sull’oceano, il regista ha seguito le riprese a distanza, dalla terraferma, per il terrore che ha dell’acqua. Inoltre non fa segreto della propria ipocondria e ha sofferto a più riprese di lunghe depressioni.
Insomma un soggetto estremamente particolare, Lars Von Trier, ma forse questo è il motivo per cui dalla sua mente escono sempre visioni e idee che si può amare o odiare, ma che è impossibile ignorare.
E La Casa di Jack certo non fa eccezione. Nei cinema italiani dal 28 febbraio.