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Fatture false, l’ombra della Camorra – TG Plus NEWS

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Notizie 18 luglio – ed. sera

Cronaca. Fatture false, l’ombra della Camorra

Un giro di documenti fiscali falsi, centinaia di migliaia di euro sottratti al Fisco e addirittura un allarme bomba. Le indagini della Guardia di Finanza si sono chiuse con le richieste di rinvio a giudizio per cinque persone, tutte coinvolte nella truffa con interessi dell’organizzazione criminale camorristica. Tra queste, un noto commercialista di Oderzo ed un 53enne di Zero Branco, Tommaso Pizzo, che cinque anni fa simulò un’allerta per ordigno esplosivo al Tribunale di Treviso al fine di annullare l’asta della propria abitazione.

Cronaca. Fallita rapina alla tabaccaia

Avevano organizzato tutto, dall’orario dell’agguato alla gomma bucata per obbligare la vittima a fermarsi. Ma non avevano tenuto conto della freddezza di quest’ultima, Valentina Bertolin, proprietaria della tabaccheria “Il Vizio” di Montebelluna: la 51enne martedì sera, chiuso il negozio, si è insospettita per la presenza di due motociclisti vicino alla propria auto e si è chiusa dentro la vettura, riuscendo a raggiungere la zona dell’ospedale nonostante un pneumatico squarciato dai malintenzionati. Inutili i tentativi dei malviventi di aprire le portiere per rubare la borsa della Bertolin che ha invocato aiuto a pieni polmoni, facendo fuggire la coppia di ladri. Sull’episodio indagano i Carabinieri.

Cronaca. Dipendenti in nero, ristoratori sanzionati

Le indagini delle Fiamme Gialle di Vittorio Veneto hanno evidenziato diverse irregolarità all’interno di una trattoria e di un ristorante pizzeria della zona, il cui titolare non aveva mai presentato la dichiarazione dei redditi. Ai militari della GdF i camerieri avevano raccontato di aver iniziato a lavorare da pochi giorni ma un controllo nei social network ha svelato la bugia. Per i ristoratori è scattata la denuncia per omesse dichiarazioni oltre ad una salata sanzione amministrativa.

Economia. Crisi alla “Stiga”, 97 esuberi

Cassa integrazione ed incentivi da 30 a 35mila euro per la rinuncia al licenziamento: questi gli strumenti previsti dall’accordo tra proprietà e sigle sindacali al fine di garantire un sostegno ai lavoratori coinvolti nei tagli, circa il 14% della complessiva forza lavoro dei due stabilimenti di Resana e Castelfranco Veneto. Il nuovo piano industriale dell’azienda, attiva nella produzione di tagliaerba e di veicoli per il giardinaggio, si inquadra in un periodo di crisi per la stessa attività che già a novembre aveva licenziato alcuni dipendenti.


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