redazione@tgplus.it
TG+ Sport

Giro d’Italia, parla il patron Vegni: “Veneto irrinunciabile”

1.24KViews
Condividi sui social

Il Giro d’Italia è di casa in Veneto. Perché, come sottolineato da Mauro Vegni, patron della corsa rosa, il Veneto è ciclismo e Treviso lo è ancora di più. La Marca rimane la provincia più ciclistica d’Italia. La presentazione delle tappe venete del Giro d’Italia in occasione di Cosmo Bike è stato l’ennesimo sipario rosa su un appuntamento, quello della corsa a tappe più bella al mondo, per ribadire la forza delle due ruote nella nostra regione.

E come sempre, mentre si parla del Giro imminente, già si ragiona sul futuro. “Stiamo già lavorando sul Giro del 2021 – afferma Mauro Vegni – con una ossatura ben definita della corsa rosa. Ogni anno le città, i paesi, le amministrazioni locali o regionali ci tirano per la giacchetta. Ognuno vorrebbe una tappa, un passaggio o una partenza. Non possiamo sempre accontentare tutti. A volte ci reclama l’occidente d’Italia, a volte l’oriente, il Nord o il Sud. E dobbiamo sempre cercare l’equilibrio. Ma il Veneto rimane tappa fissa. Qui ci sono le montagne”. Vegni, nella primavera del 2020 si inaugura il velodromo a Treviso – Spresiano. Una struttura importante, l’unica in Italia in cui si potranno organizzare gare su pista di Coppa del Mondo, Mondiali, Sei Giorni ed anche le Olimpiadi. Una tappa che arrivi al velodromo ? “Eh, non sarebbe male. Ottima idea. Anche se una tappa che entri nel velodromo è di difficile gestione. Bisogna capire bene come è strutturato l’impianto trevigiano”. E sorride il patron del Giro quando affondiamo la lama sulla questione. Intendevamo una cronometro. Stile arrivo di Roubaix. “Mah, non posso sbilanciarmi al momento però non nego che è una cosa che si potrebbe prendere in considerazione. In ogni caso in transito nel Veneto ci saremo nel 2020. Ci sono diverse questioni da gestire ancora e da definire”.

Insomma un pensiero per una tappa celebrativa che in un certo senso sancisca la nascita di questa grande struttura sportiva che l’Italia non ha mai avuto, c’è. E forse non è un pensiero lontano dalla realtà. Ci state pensando davvero, Vegni? “Ci sono cose da valutare – ribadisce il capo del Giro d’Italia -. Però ci si può lavorare”. Sarà da capire comunque se effettivamente ci possa stare una cronometro individuale in un giro che si vocifera potrebbe partire ancora una volta dall’estero il prossimo anno. Dopo le partenze dall’Irlanda, dall’Olanda, dalla Danimarca e da Israele potrebbe essere nuovamente la volta di una grande partenza europea. Quando Vegni parlava di Oriente si potrebbe anche trattare di Ungheria. L’attuale vicinanza tra i governi ungherese e italiano è risaputa. E con il Giro d’Ungheria anche il ciclismo nel paese dei magiari vorrebbe cominciare a pesare a livello internazionale. Quindi cosa di meglio se non una grande partenza per la corsa rosa?


Condividi sui social