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Ristorazione e pandemia, situazione complessa – TG Plus FOCUS

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Delusione, sconcerto, rabbia. Ma anche determinazione. Sono questi i sentimenti dominanti nella ristorazione di Marca che dopo due mesi di chiusura forzata a causa della pandemia da coronavirus dovrà attendere ancora altri 33 giorni prima di poter riaprire i locali. Una situazione davvero complessa, quella dei pubblici esercizi, come testimonia la vicepresidente di Ascom Confcommercio e numero uno territoriale di FIPE Dania Sartorato: “La nostra categoria è stata la prima a dover abbassare le serrande a causa del Covid-19 – ricorda – Ciò nonostante, ristoranti, bar, caffetterie e pasticcerie saranno anche gli ultimi a poter ripartire. Alla vigilia dell’ultimo DPCM circolavano voci positive, si indicavano solo altre tre settimane d’attesa con la possibilità di aperture anticipate all’11 maggio. Così non è stato e ci sentiamo tutti parecchio frustrati per questo”.

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Mentre il confronto con le istituzioni prosegue, anche valutando la possibilità di fornire il servizio mensa ai cantieri edili in ripartenza, FIPE valuta anche l’impatto delle iniziative di delivery e take-away. “Purtroppo non sono sufficienti a colmare il gap. Pochi ristoratori hanno scelto queste due formule, alcuni per dimostrare una vicinanza concreta al territorio e per conservare il rapporto con i clienti più che per guadagnare qualcosa. La crisi è intervenuta nel periodo peggiore possibile, quello primaverile, facendo saltare catering e banchetti per ricorrenze e festività. Beffa delle beffe, il meteo quest’anno è stato eccezionalmente positivo, un vero peccato”.


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