Cinema: Gloria Bell – TG Plus Cultura
Sebastiàn Lelio firma il remake del film francese con cui conquistò l’orso d’argento a Berlino: sarà anche stavolta vera “Gloria”?
L’attrice premio oscar Julianne Moore torna al cinema nei panni Gloria Bell, una commedia sentimentale in cui coprotagonista è l’italoamericano John Turturro, che vedremo a breve anche nella fiction italiana Il Nome della Rosa.
Per la verità Gloria Bell è una commedia solo all’apparenza, perché tra le righe dello spartito si snoda un dramma sentimentale in piena regola. Gloria Bell è una donna di cinquant’anni, con un matrimonio ormai finito alle spalle e due figli che non hanno più bisogno di lei. Insomma fin qui il tipico cliché del cinema americano. Dinamica e indipendente, Gloria ama cantare in auto a squarciagola, stordendosi di cocktail e di danza nei club di Los Angeles. Una notte a bordo pista incrocia Arnold, un uomo separato anche lui, anche lui che sogna un cambiamento. Gloria si lancia in questa storia e ci crede. Arnold però si mostra volubile, un uomo mobile, che passa da grandi promesse a improvvise volatilizzazioni. In questo ottovolante, Gloria finisce al tappeto a più riprese, ma si rialza sempre e torna sempre a ballare, cercando qualcosa di addirittura metafisico, nella sua strenua capacità di tornare in pista.
Infatti in questa ripetizione artistica dello stesso gesto, vediamo una sorta di metareferenzialità da parte del regista Sebastian Lelio, essendo Gloria Bell il remake di Gloria, pellicola francese da lui stesso firmata nel 2013, che conquistò l’Orso d’Argento al festival di Berlino, forse la rassegna cinematografica internazionale che è meglio tarata sulle pellicole d’autore.
Quindi il nostro consiglio è di vedervi al cinema da giovedì 7 marzo Gloria Bell, se non altro per ammirare la solita meravigliosa Julianne Moore, come sempre a suo agio nei ruoli che raccontano la solitudine femminile, ma anche di recuperarvi Gloria, la pellicola originale che aveva un respiro meno ampio ma forse approfondiva l’intimità della protagonista in modo più vicino, più empatico nei confronti dello spettatore… E soprattutto della spettatrice.