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Tg Plus Sport 26 giugno

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Nell’ultima parte della corsa rosa mi sono sentito completamente vuoto, gonfio, senza forze. Non sono mai stato bene. Quando il fisico non funziona bene, puoi metterci tutta la testa che hai, ma non vai avanti. La testa, solo la testa mi ha portato alla 19a tappa, perché le condizioni in cui ero mi avrebbero fatto fermare prima. Avevo un’ora di autonomia».

ESAMI. «Quando sono tornato a casa, ho fatto uno screening medico completo e trovato un’intolleranza al glutine e alla caseina. Non è celiachia, ma quando il fisico è sotto sforzo e c’è molta tensione, non assorbo bene pasta e carboidrati. Così ho limitato le quantità di pasta e carboidrati, ho eliminato i latticini, e mi sento più leggero, più fluido in bici. Ma non è stata solo questa la causa della mia prestazione. In tutta la primavera non mi sono mai sentito bene, ho sempre inseguito la condizione, e questo mi ha portato a strafare».

TOUR. «Ci ho pensato, perché ho una grandissima voglia di riscattarmi subito, ma sono uscito dal Giro in condizioni fisiche disastrose: meglio riposare e ripartire per il finale. Il 2018 non è finito: Vuelta, Mondiale, classiche italiane, Lombardia. Posso dimostrare ancora chi sono».

PROGRAMMA. «Riparto dal Giro di Vallonia in Belgio, dal 28 luglio al primo agosto. Una gara utile, con strappi e salitelle. Poi farò il Giro di Polonia, prima della Vuelta. Mi dispiace non correre il Tricolore sabato a Darfo: con questa maglia ho vissuto un anno di emozioni, ma l’Italiano è una gara speciale, e va onorato».

PREAPARAZIONE. «Abbiamo deciso di cambiare qualcosa. Ho fatto tanta altura, tre ritiri si sono rivelati troppi. Questo lavoro mi ha demolito, e il fisico mi ha chiesto il conto: sono arrivato al Giro quasi finito. Ho capito anch’io che devo correre di più, non per il risultato, ma per confrontarmi con gare anche diverse dalle mie caratteristiche, per sentire di più l’atmosfera di corsa».


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