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Ulss4, tempi di COVID: spazi di ascolto per giovani e genitori – TG Plus NEWS Venezia

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CRONACA. Ulss4, tempi di COVID: spazi di ascolto per giovani e genitori

Per favorire un’azione di aiuto agli adolescenti, ai giovani adulti e alle famiglie, l’Ulss 4 ha attivato una serie di sportelli d’ascolto sul territorio in collaborazione con varie amministrazioni comunali. E’ un servizio gratuito, gestito dal personale del Servizio per le Dipendenze dell’Ulss 4. “Si tratta di un aiuto per la popolazione fornito grazie all’importante collaborazione di vari comuni del Veneto orientale – sottolinea il direttore dei Servizi Sociosanitari dell’Ulss 4, Paola Paludetti – . Viene fornito mediante un sostegno psicologico dedicato ai giovani che sentono di avere difficoltà nel proprio progetto di vita, difficoltà con la scuola, nel lavoro, nelle relazioni, o che si sono avvicinati al mondo delle sostanze psicoattive. Ma è anche un servizio rivolto ai familiari degli adolescenti e dei giovani adulti messi alla prova dal lockdown e da tutte quelle situazioni che per effetto della pandemia hanno condizionato, e condizionano tuttora, la nostra vita”. Per informazioni o per chiedere sostegno è possibile contattare i Servizi Sociali del proprio comune (vari comuni sono attualmente in via di adesione al progetto), oppure scrivere a: spazi.ascolto@aulss4.veneto.it

CRONACA. COVID, 61 nuovi casi nel veneziano

Emergenza Coronavirus. Il bollettino di Azienda Zero di oggi, sabato 25 settembre, dato riferito alle 8, registra rispetto alle 8 di ieri, 376 nuovi casi di contagio in Veneto, dei quali 61  in provincia di Venezia. In Regione il numero degli attualmente positivi è a quota 11.379, dei quali 1.665 nel veneziano. Complessivamente, dall’inizio della pandemia sono stati registrati 467.627 contagi nel territorio regionale,  76.696 nella provincia veneziana. Situazione ricoveri: sono attualmente 209 i pazienti positivi al COVID in cura negli ospedali veneti, nelle aree non critiche, 46 nelle terapie intensive.

CRONACA. Profilassi anti-COVID, 1.206.077 dosi nel veneziano

Stando agli ultimi dati, relativi alla 23.59 del 24 settembre, in Veneto sono state somministrate un totale di 6.786.234 dosi di vaccino. Nella giornata di ieri sono state vaccinate 19.367 persone. Ad oggi, sono 3.428.536 le persone che in Veneto hanno completato il ciclo di vaccinazione. Inoltre, 4.068 hanno ricevuto finora la dose addizionale. Guardando alle singole aziende sanitarie del territorio veneziano, nell’Ulss 3 Serenissima sono state finora somministrate 887.279 dosi, nell’Ulss 4 Veneto Orientale le dosi sono 318.798.

ECONOMIA. CGIA Mestre: “Tremano molti artigiani che rischiano il fermo della produzione”

Molti artigiani e altrettanti piccoli imprenditori sono preoccupati e sperano nell’effetto annuncio; ovvero che entro il prossimo 15 ottobre la gran parte dei 3,7 milioni di dipendenti del settore privato che non si sono ancora vaccinati lo facciano. Se ciò non dovesse avvenire, tante aziende potrebbero trovarsi nella condizione di dover bloccare l’attività lavorativa, perché impossibilitate ad avvalersi dell’apporto, in particolar modo, di tecnici e operai altamente specializzati che costituiscono l’asse portante di queste realtà. Figuriamoci se, poi, fosse necessario sostituirli, così come prevede il decreto per le imprese con meno di 15 dipendenti: trovare alcune figure professionali, infatti,  è da tempo un’ impresa quasi impossibile, soprattutto in alcune aree del Paese. Ricordiamo, altresì, che in Italia il numero degli addetti medi per azienda è pari a 4 (un titolare e 3 dipendenti). L’impossibilità di rimpiazzarne anche uno, implicherebbe al titolare dell’attività di non disporre per un determinato periodo di tempo di un terzo della forza lavoro. Insomma, per le aziende con pochi o pochissimi dipendenti, lo stop per uno di loro significa il fermo della produzione. Certo, per ottenere il certificato verde c’è la possibilità che, in alternativa al vaccino,  il dipendente si sottoponga periodicamente al tampone; ma quanti saranno disposti a sostenere un costo mensile di almeno 180 euro al mese ? Secondo l’Ufficio studi della CGIA, le imprese più  a rischio potrebbero essere quelle del settore metalmeccanico, dell’edilizia, del tessile e della calzatura, dove già ora molti posti di lavoro sono scoperti perché mancano i candidati.

 


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