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La triste verità – TG Plus CULTURA

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La Triste Verità – Da Fiume a Treviso, destini incrociati

I racconti sul bombardamento di Treviso sul 7 aprile del 1944. La storia, l’evoluzione di questa drammatica ferita che ha per sempre spezzato il cuore della città di Treviso. Antonello Hrelia, ricercatore storico, scrittore ed editore ha appena dato alle stampe un nuovo libro che racconta gli avvenimenti di quel tragico 7 aprile del 1944.

Come racconta ai nostri microfoni : “Chiesero di essere nascosti dentro la torre campanaria di San Martino, il parroco Don Ferdinando Pasin li lasciò fare, ma non cercavano solo un rifugio, cercavano un luogo dal quale avvertire gli alleati che all’Hotel Stella D’Oro era tutto pronto per il grande incontro. Un messaggio radio, forse solo un segnale visivo, fatto sta che furono loro a dare il via libera al bombardamento”. Decenni trascorsi a fare ricerche, approfondimenti, a catalogare documentazioni fotografiche, interviste a testimoni e lettere private. Antonello Hrelia ha trovato ancora vive delle persone che hanno raccontato quanto accaduto i giorni precedenti il bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944. Una di queste ha svelato la storia che apre un nuovo sguardo sulla tragedia accreditando la ricostruzione che spiega il violentissimo bombardamento sul capoluogo come un’azione militare volta ad uccidere i gerarchi fascisti e nazisti che si erano dati appuntamento all’Hotel Stella D’Oro (dove ora sorge Piazza Borsa). «Quell’incontro è tra le ragioni del bombardamento» spiega Hrelia, «ci sono i documenti che certificano come il 17 marzo fosse arrivato l’ordine di sgomberarlo per far spazio agli alti gradi militari, i testimoni che hanno raccontato d’aver visto le bare con i corpi degli alti ufficiali estratti dalle macerie. E molto altro».

Hrelia ha intervistato personalmente chi gli ha raccontato del piccolo commando salito sulla torre campanaria di San Martino, e così chi ricorda di aver visto Albert Kesserling (il generale tedesco che doveva essere ucciso con le bombe alla Stella d’Oro), «in piedi sulla sua auto a nord di Treviso a guardare con il binocolo il fumo della città distrutta». Scampato alla morte forse per un banale ritardo.

Ma è anche una «Triste verità» perché parte proprio dalle testimonianze della famiglia dello stesso Hrelia, e in particolare da quelle scoperte in un taccuino scritto da Angelo De Lazzari, suo nonno. «L’ho ritrovato semidistrutto e sgualcito» racconta Hrelia, «per metà inutilizzabile. Ma nelle pagine che sono riuscito a ricomporre c’era il racconto chiaro dell’arrivo dei 200 cannoni di antiaerea che vennero schierati a protezione del capoluogo e del vertice tra gerarchi nei giorni antecedenti il 7 aprile. Dei morti all’hotel Stella D’Oro distrutto e dello stazione della città».


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